Descrizione
La città di Rutigliano e l’intero comprensorio comunale sono ricchi, più di quanto si creda, di testimonianze archeologiche e storiche, di chiese, di palazzi, di archivi e, più in generale, di aspetti artistici e ambientali che meriterebbero di essere maggiormente apprezzati e soprattutto tutelati. È pur vero che da qualche anno assistiamo a una diversa e timida linea di condotta che ha portato alcuni enti ed associazioni locali, come pure semplici cittadini, a riappropriarsi dei segni della propria storia dopo un lungo e riprovevole oblio;
tuttavia ciò non basta.
Rutigliano è sede di quattro musei: il Museo Civico Archeologico “Grazia e Pietro Di Donna”, il Museo del Fischietto, il Museo delle ”Arti ed Antichi Mestieri” ed il Museo degli Emigrati.
Nel primo, sono esposti i reperti archeologici provenienti da diverse aree del comune di Rutigliano, famosissime quelle di Azezio e di Purgatorio (dove sono state rinvenute più di 400 tombe, databili tra il VII sec a. C e l’XI d. C.), una “Tomba Dolmenica” ( databile a circa 3500 anni a. C.), rinvenuta nella zona di san Lorenzo-Madonna delle Grazie, oltre che da donazioni private: come, per esempio, la collezione Dioguardi , la collezione Colamussi, la collezione Didonna, la collezione Catamo.
Nel secondo museo, invece, sono confluiti i fischietti in terracotta, legati come è noto alla celebre
fiera e concorso nazionale, che si tengono nella ricorrenza della festività di Sant’Antonio Abate.
Nel terzo museo, sono esposti suppellettili ed attrezzi sia della civiltà contadina, che artigiana; non mancano sezioni che tendono a ricostruire la vita civile ed economica delle nostre genti.
Nel quarto museo, sono contenute foto e corrispondenze degli emigrati Rutiglianesi nelle varie nazioni europee ed americane.
Non meno importante è la Biblioteca Comunale, alloggiata presso l’ex-convento dei Domenicani, con 15 mila volumi e una buona sezione di libri sulla storia di Rutigliano.
Di proprietà comunale è l’Archivio Storico Comunale, ove si conservano atti e documenti riguardanti il territorio, databili in un arco cronologico compreso tra il XVIII e il XX secolo; qui recentemente è confluita, per espressa volontà del suo proprietario, la collezione Giovanni Boraccesi: una quarantina di progetti di edifici di varia natura, databili al primo Novecento che il Ministero dei Beni Culturali (Soprintendenza Archivistica della Puglia), ha ritenuto di vincolare, in ragione del suo notevole interesse.
Presso la sede di Palazzo Gassi, è conservato l’Archivio Capitolare di Santa Maria della Colonna, ricco di volumi e di documenti del XVI-XX sec. riguardanti la Chiesa locale; qui pure si conserva il Fondo Notarile.
Tra le emergenze architettoniche sono da segnalare:
La Torre, alta 34 metri, al cui interno conserva affreschi del XV secolo, parte di un castello di origine normanna, risalente all’XI secolo d. C.
Tra i palazzi nobiliari, realizzati tra il Cinquecento e l’Ottocento, si segnalano il Palazzo De Franceschis, il Palazzo Pappalepore, il Palazzo Moccia dell’Erba, il palazzo Guidotti o dei “diamanti”, il Palazzo Antonelli, la Casa De Leone, il Palazzo Settanni.
Fra le tante chiese disseminate dentro e fuori le mura, è assai notevole la Chiesa Matrice di Santa Maria della Colonna e san Nicola (XII-XIII secolo), con un superbo portale; all’interno si conserva un polittico ligneo di Antonio Vivarini (XV secolo), oltre a una serie di sculture lignee del XV - XVII secolo. Qui si conserva un’importante collezione di argenti sacri, alquanto eterogenei, realizzati tra il XV e il XIX secolo.
Nel centro storico è altresì notevole il convento delle Suore Crocifisse, già delle Clarisse, edificato agli inizi del Cinquecento. In esso è conservato un ragguardevole Crocifisso ligneo del XV secolo, la tela dell’Immacolata di Giovan Battista Lama (1708), cognato di Paolo De Matteis.
Fuori delle mura sono da menzionare la chiesa dei Cappuccini, arredata da tele del Seicento e del Settecento, come quella dell’altar maggiore: unica opera nota del pittore barese Nicolanardi Ferdinandi (1623). Qui, inoltre, è conservato un Crocifisso ligneo di inizio Seicento, opera dello scultore Vespasiano Genuino da Gallipoli.
Anche la chiesa di San Domenico, di fondazione cinquecentesca, conserva al suo interno un arredo del Seicento e del Settecento: tele di Vincenzo Fato da Castellana e di Nicola De Filippis da Triggiano.
Merita una segnalazione, infine, il complesso conventuale di Madonna di Palazzo, sulla via per Turi, sorto nei primi del Seicento e che conserva un magnifico chiostro affrescato con le scene della vita di San Francesco d’Assisi. Non sono da trascurare varie masserie fortificate, tra le quali sono da ricordare masseria Pannicelli e san Martino.
Lungo la lama san Giorgio, su una collinetta sorge la chiesa dell’Annunziata, al centro dell’importante villaggio neolitico.
In contrada Purgatorio è visitabile la chiesette medioevale di sant’Apollinare (XI sec. d. C.), sorta sui resti di una villa romana; quest’ultima a sua volta costruita su fondamenta di costruzioni classiche (VI-V sec. a. C.).